Il regolamento predisposto dal Comune di Dervio non rispetta le norme del Codice dei Beni Culturali: così la Soprintendenza alle Belle Arti e al Paesaggio stronca il neonato ticket di Corenno.
La Soprintendenza ha scritto al Comune che il regolamento non può considerarsi redatto secondo l’art. 103 del Codice dei Beni Culturali, in quanto il borgo di Corenno, secondo quanto definito dallo stesso Codice dei Beni Culturali, non può essere considerato “luogo pubblico della cultura” né “complesso monumentale”, e non vi è stata alcuna intesa col Ministero della Cultura. Esattamente come era stato detto anche in Consiglio dal gruppo di minoranza, il ticket di Corenno non ha quindi una base giuridica che ne giustifichi l’applicazione.
E chi meglio della Soprintendenza, organo del Ministero della Cultura, può stabilire se il Codice dei Beni Culturali sia utilizzabile per giustificare la creazione di questo ticket? Il biglietto andrebbe quindi immediatamente soppresso: eppure il Comune continua imperterrito a farlo pagare agli ignari turisti, prevedendo addirittura sanzioni per chi non lo fa.
Ma non solo: la Soprintendenza rimarca che non risultano autorizzazioni per limitare l’accesso alle aree demaniali: la legge prevede infatti che l’accesso a porti e spiagge sia gratuito, mentre a Corenno chi scende per raggiungere il lago (cioè la maggior parte dei turisti) deve pagare un ticket che non potrebbe essere richiesto. Come già aveva detto, anche in questo caso, la minoranza in Consiglio, il Comune avrebbe quindi dovuto garantire e segnalare l’accesso gratuito su almeno una delle 3 scalotte che scendono a lago: ma un turista bene informato difficilmente sceglierebbe di percorrere una scalotta “a pagamento” quando ce n’è una che porta gratis nello stesso posto.
E non è finita qui: al Comune vengono contestate una serie di irregolarità connesse all’esecuzione di recenti interventi effettuati a Corenno, per i quali non sono state rispettate le relative norme. La Soprintendenza chiede quindi la rimozione dell’enorme logo posizionato sopra la fontana in piazza e della vicina armatura, dopo aver rilevato l’assenza della richiesta di collocare tali manufatti su un bene culturale tutelato (si trovano infatti sulla parete posteriore della chiesa).
Chiede poi di ricevere i progetti, mai presentati, relativi all’installazione di quadri, impianti elettrici e corpi illuminanti sulla chiesa e sul porticciolo, nonostante le opere siano state già completate dal Comune.
Problemi anche per la biglietteria del ticket costruita in piazza: nel luglio 2020 il Comune informava la Soprintendenza del posizionamento “provvisorio” per 120 giorni della casetta, ma non ne ha mai comunicato la collocazione definitiva. La casetta è quindi lì da due anni senza autorizzazione: è questo l’esempio che deve dare un Comune ai propri cittadini, che invece devono chiedere permessi al Comune per qualsiasi intervento? Pure questa vicenda lascia davvero basiti.
Dovrà essere regolarizzata anche l’installazione dell’isola ecologica, che dovrà essere mascherata per nasconderne la vista che impatta sulle mura del castello, o ricollocata altrove.
Insomma, quasi tutti gli ultimi interventi effettuati a Corenno dal Comune non risultano in regola, ma intanto sono stati ampiamente pubblicizzati: è lo “stile” che caratterizza questa Amministrazione, e che abbiamo evidenziato più volte. Le regole non devono osservarle solo i cittadini: è il caso che inizi a rispettarle anche il Comune di Dervio.